domenica 22 aprile 2007

Ieri zero.
Oggi 4.




Una sfida velata che
si vince abbandonando
il tavolo da gioco,
lasciando il duellante
a muovere in eterno
le pedine della su vita.

Camminare su macerie non serve.

Non serve rischiare
d'intrappolare i piedi
tra macigni di un cemento frantumato
il cui fine é solo quello di coprire
di fitta e pesante polvere quel che attesoro.

M'allontano serenamente
camminando sulle ruotaie
nel senso opposto
alla fantasmale stazione
dove i viaggiatori aspettano
un vagone il cui lusso
é solo miraggio.

Rompo il biglietto incantato
e tiro al vento, dietro di me
i pezzi di carta di
un prezzo che non pagheró.

Non andró a un ballo in maschera
ne rimarró abbagliata
da fuochi d'artificio,
non useró falso velluto,
ne ingannevoli acconciature.
Non danzeró al suono
di un valzer stonato.

Non é il mio sentiero
quello che porta
alla cittá degli invidenti.

"Ho incontrato per strada un uomo molto povero ed innamorato,
portava un vecchio cappello ed un cappotto strappato.
L'acqua gli entrava nelle scarpe e le stelle nell'animo."
(Victor Hugo)





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