splimoti
domenica 21 ottobre 2012
Ntsdm
lunedì 3 settembre 2012
Sei il segreto tra me e me
domenica 15 luglio 2012
In sogno... ti prego.
Gugli
giovedì 29 aprile 2010
mercoledì 28 aprile 2010
forse...
Diciamo che ancora ci sono gli angoli nascosti dove mettere in certi momenti piccoli tesori che si vuol togliere dal cofanetto appena appena per guardarli alla luce senza essere apertamente osservati..
Diciamo di si...
Ma dimmi, tu cosa cerchi o cosa speri di trovare o di sapere? Basta che lo dica, sai?
mercoledì 30 settembre 2009
e intanto tutto é sempre un gran boh per me
per tutti.
Difatti nessuno esiste
E nessuno puo raggiungermi, questa é la gran differenza non ancor compresa... soltanto io posso arrivare, sedermi e osservare, captare ...
...ma non possono raggiungermi neanche gli avvicinabili che ho abbandonato in mezzo al sentiero.
venerdì 15 agosto 2008
Eggiá mi sei apparso, mi hai sorriso, ti sei messo li davanti a me... ora devi dirmi dove sei. Tu e i tuoi occhi azzurri.
Ora che dico "Carajo!", ora si devi dirmi dove sei.
Dovresti vedere in che condizione ho ora il cuore!
Tu e i tuoi occhi azzurri dei quali avrei voluto impossessarmi.
mercoledì 20 febbraio 2008
martedì 19 febbraio 2008
Essì che ci mettevo infinatemente piú cuore qua che sul nuovo blog.
Forse perché é stato il primo o perché é durato di piú... quindi l' ombra mia girovaga sulle pareti.
Ma definitivamente... no!
É incredibile quanto un uomo intelligente riesca ad essere uno stupido uomo, delle volte, poche spero per lui.
Non m' incombe piú di tanto, se per strada hai trovato e scelto e continui a scegliere compagnie idiote affari tuoi. Poiché non sono io chi teme te ma al contrario, lo sai.
Io sorrido e sappi che non mi pento di quel che affermo.
Sorrido ora.
E passando a A. Z.
Quanto vorrei che fossi tu a leggere le parole che ti ho dedicato dato che non ho modo di raggiungerti e tu non hai modo di raggiungere me, solo questo punto dell' universo puo farci incontrare ma teniamo presente che le nostre vite si allontanano come le particelle esplose del big-bang. Ció non mi arreca tristezza é solo una constatazione.
Non m' illudo affatto della perfezione e so che tutto ció che ha a che fare con il dolce tormento va in malore, siamo tanto stupidi noi gli umani. Quindi benché mi dispiaccia, non é un male che certe cose non si avverino.
Anche perché ogni 5 minuti m' innamoro e ogni 5 minuti mi disinnamoro.
Dannati, siete in tanti a bazzicare nella mia testolina...
E ora vorrei vedere quest' altro, il pescatore, il ragno, il dentifricio perfetto, il ragazzo senza scrupoli o il matto? Solo per sentire quella piccola scossa che scende lentamente dal cuore allo stomaco. O é il contrario?
Desidero per lui quel che desidera per me.
Ma...
A cosa mi serve ?
Boh..... ?
Come al solito.
Ah! Quanta insofferenza ho ultimamente con la volgaritá e... anche il piú elegante riesce ad essere volgare.
mercoledì 21 novembre 2007
lunedì 18 giugno 2007
venerdì 8 giugno 2007
martedì 22 maggio 2007
sabato 19 maggio 2007
vedere il suo aspetto un po' sciupato
e vedere quella giaccha azzurra petrolio un po' sgualcita.
Ero contenta di vederlo come sempre e avrei voluto che il momento non terminasse.
Ma oggi non vorrei che lui vedesse
il mio spirito sgualcito.
lunedì 14 maggio 2007
Pensavo mi sarebbe pesato alzarmi alle 06:00, specialmente se ho appoggiato la testa sul cuscino alle 01:30, credo, non rinuncio mai alle mie 9 o 10 ore di sonno, non ci rinuncio per principio e perché definitivamente il corpo e le palpebre non me lo permettono.
Si, ogni tanto ci rinuncio ma solo per cose realmente importanti e Lui, il mio sole é l' assoluto, tanto che sapendo quanto era necessario andare a nanna presto per uscire presto con lui la mattina, ho lasciato trascorrere il tempo, mandandogli una e-mail con scritto: "Te Amo" e cercando foto da aggiungere al messaggio ho rinunciato a preziose mezz' ore di sonno.
Ancora non apre la e-mail ma so quanto sospirerá e quanto si scioglierá di tenerezza al vedere quei gattini sgraffignati da google-image.
Quanto mi piace Gary Oldman, che interessante il suo "essere", almeno quello che vedo io .
Vado a sonnellare e ... si, magari mi capita di sognarlo con quegli occhi brillanti, azzurri e beffardi.
domenica 13 maggio 2007
mercoledì 2 maggio 2007
Farlo in parte per te.
Come per altri?
Ok, proveró,
giuro.
martedì 1 maggio 2007
Ma per quali ragioni?
Contro cosa?
Il tuo livello ti é dato dal livello del tuo nemico,
scegli te contro chi lottare.
Il resto é solo uso,
abuso e cattivo uso
della costruzione linguistica,
la cui fonte é il pensiero meschino
e una vita di breve irradiazione.
Rimango perplessa quando
qualcuno mi si dimostra
stupido,
perplessa quando la gente
si lamenta del profumo altrui
mentre invece la puzza
gli viene da dentro.
Delusa no, giammai
so sempre con chi parlo
anche se, molte volte
son piú magnanima di quel che
mi permetterebbe evitarmi
il gusto amaro.
Bevo acqua minerale gasata
e sempre l'ho detestata,
errore che avevo smesso
di commettere da secoli.
Sintomatico?
L'eterno ritorno?
Dovró parlarne con Me.
Nel mentre:
Due sono i componenti coesistenti
che rimbalzano dalle pupille.
lunedì 23 aprile 2007
domenica 22 aprile 2007
Oggi 4.
Una sfida velata che
si vince abbandonando
il tavolo da gioco,
lasciando il duellante
a muovere in eterno
le pedine della su vita.
Camminare su macerie non serve.
Non serve rischiare
d'intrappolare i piedi
tra macigni di un cemento frantumato
il cui fine é solo quello di coprire
di fitta e pesante polvere quel che attesoro.
M'allontano serenamente
camminando sulle ruotaie
nel senso opposto
alla fantasmale stazione
dove i viaggiatori aspettano
un vagone il cui lusso
é solo miraggio.
Rompo il biglietto incantato
e tiro al vento, dietro di me
i pezzi di carta di
un prezzo che non pagheró.
Non andró a un ballo in maschera
ne rimarró abbagliata
da fuochi d'artificio,
non useró falso velluto,
ne ingannevoli acconciature.
Non danzeró al suono
di un valzer stonato.
Non é il mio sentiero
quello che porta
alla cittá degli invidenti.
portava un vecchio cappello ed un cappotto strappato.
L'acqua gli entrava nelle scarpe e le stelle nell'animo."
(Victor Hugo)
giovedì 22 marzo 2007
Una casa che non si vende ne affitta, che non si butta giu, a causa delle radici che negli anni sono andate nascendo, torno qua forse per lo stesso motivo per il quale ho creato questa casa e metaforicamente tendo ad accostare questa casa al fatto di averne creata un altra che vado riempiendo con cose fino a un tempo estranee ai miei occhi, alle mie orecchie ma che ora apprezzo.
Ok, si torno e, col cuore un po' piú leggero anche se dubitativo (come sempre). Ogni tanto torno si.
E so che qui abitano persone che non so e non posso descrivere, forse fantasmi ecco, fantasmi ai quali ho aperto le finestre, fantasmi che non sempre vorrei mi stessero osservando, fantasmi che ho ospitato e poi rinnegato, fantasmi gente buona, fantasmi gente che si cerca, gente che dice ascoltiamoci che é l' unica cosa che ancora puo salvarci dalla disumanizzazione, fantasmi gente che hanno scoperto uno spiraglio piú democratico nel muro, da dove poter passare, un tunnel da gestire a piacimento.
Torno sapendo che lui é stato con la luna, é l'unico che ha sentito le labbra bianche della luna posarsi sul suo petto, (non é l' unico) ma é l' unico nell suo unico universo. Scuro é l' universo e togliendoci le stelle diventa nero, cosicché solo viene illuminato dalla bianca sfera che si posa nel nulla, innanzi a noi, mostrandosi dolce e amorevole ma sfuggente, impossibile da poter toccare, dea alla quale in molti chiediamo ci avveri il desiderio d' aver accanto l' essere amato, dea alla quale spesso ho pregato di riportarmi una persona che rammentavo prima con allegria poi con dilaniante tristezza, dea che prende l' aspetto di chi si ama, persona che dopo esser stata amata si é trasformata in luna e ha preso dimora nell' impossibilitá della lontananza.
Ecco tutto.
Somiglianze mai e mai comparabili.
Comprensione della quale ci si puo pentire in futuro, sempre vi e qualcosa che ci delude ma si supera tutto ormai.
Potrei evidenziarti una dedica ma non scrivo a te, scrivo di quel che sento e in uno spazio ti sei adagiato o ti ho adagiato, sicuramente capiresti ma non sempre le esperienze servono a donarci la capacitá di riconoscere le cose o dove esse esistono, le ferite ci concentrano in punti esterni o interni e in non tutti i casi in entrambi universi, non sempre le esperienze ci donano saggezza che equivale alla mancanza di arroganza, parlo delle cose importanti, non di sciocchezze, non sempre e non obbligatoriamente, nessuno é obbligato a capire e sentire quel che gli altri vorrebbero, per questo non mi pare importante evidenziare un destino per queste parole, da sole prenderanno un sentiero qua, la, in me, in voi, in nessuno. Non voglio neanche rivolgermi a un "te".
E ora basta, é sufficiente.
Dolcezza é la parola.
Invadilo che oggi son buona.
Invadili, invadi questo mondo.
Dolcezza ti perseguito.
Ora cullami.
venerdì 2 marzo 2007
domenica 7 gennaio 2007
sabato 26 agosto 2006
venerdì 4 agosto 2006
Ecco...
Come di rado mi tocca battagliare con me stessa, volendo mentenere i denti stretti, il pugno chiuso, la pancia in tensione, la schiena dritta, lo sguardo alto, come sempre lottando per mantenere gli occhi asciutti in quelle rare occasioni in cui la tristezza riesce a raggiungermi.
Ecco che oggi...durante tutta la giornata ho avuto un tiranno bisogno di trovare un momento di infinita solitudine per poter appoggiare la testa tra le mani e far caso a questa necessitá di piangere che ormai, a quest' ora sta svanendo, dopo aver sperato vanamente che arrivasse quell' istante-luogo lontani da ogni esistenza che non solo la mia.
Si cerca (cerco) un nascondiglio, una tana scura, fuori da qualsiasi sguardo, lontana da qualsiasi possibilitá d' interrogazione, come sempre, come un cane che si rannicchia in un angolo a leccarsi le ferite e che ringhia a chiunque si avvicini.
Per questo mi ripeto "lasciatemi in pace" benché nulla mi sia stato fatto.
Devo trovare un nascondiglio per poter finalmente liberare queste lacrime, l' unico elemento estraneo al mio pensiero e dotato di materia che mi collega con te, il pianto.
So bene che é solo un battito, che sparirá per lasciare di nuovo il trono ai pensieri, ai ricordi, ai sogni, un emozione che ogni tanto, come ora, tornerá per mantenermi qualche ora come un fantasma che vaga malinconicamente nella nebbia.
domenica 4 giugno 2006
martedì 30 maggio 2006
Non ho nessuna voglia di scrivere.
Chissá fino a quando.
lunedì 22 maggio 2006
I poeti interpretano la realtá, qua la realtá ha interpretato la poesia.
giovedì 18 maggio 2006
mercoledì 17 maggio 2006
Definitivamente, non riesco a tollerare il fascismo, neanche nella sua piú minima espressione e, l' arroganza di chi lo assume giustificandolo perché le cose son fatte cosí e bisogna accettarle.
Neanche nella sua piú minima espressione,
Bestie e scagnozzi,
tanto colpevoli i primi
come i secondi.
martedì 9 maggio 2006
lunedì 24 aprile 2006
domenica 9 aprile 2006
Ok
Oggi di Hiram Villagra.
Perché?
Perché lo penso, da che l' ho riincontrato giorni fa, ogni tanto; da qualche ora, piú intensamente.
Lo adoro, meglio detto lo idolatro.
Lo ammiro smisuratamente.
Lui, il suo nome, ricordarlo, parlarci, vederlo ovunque sia, tv, giornali o in persona mi fa luccicare gli occhi.
Mi fa ingrandire il cuore.
La sua dolcezza, la sua voce soave e il suo parlare gentile, il suo leggero esser goffo che mi ricorda Chaplin e, il suo notorio esser timido, il suo aspetto che mi ricorda una stampa della prima metá del XX secolo o persino fine secolo XIX, il suo, verso di me apprezzo, mi fan volergli bene.
La sua coerenza, il suo coraggio che agisce quasi nell'ombra, la sua dedicazione e impegno per anni nel rappresentare vittime di delitti di lesa umanitá, nel partecipare come accusa nei processi contro Pinochet, la sua vita stessa, tutto di lui gonfia il mio petto di stima infinita.
La fortuna di averlo conosciuto mi riempie di orgoglio.
Il prof di diritto politico all'universitá, il mio dolce professore che giorni fa ho visto un po' sciupato e piú vecchio, anche se ancor nei '40 anni, credo.
Lo amo si, non nel senso comune, come potrebbe interpretarsi, lo amo in un modo che non so definire e che cerco di descrivermi, lo adoro e adoro che il suo nome, Hiram, la sua immagine e la voglia di vederlo invadano in modo piacevole, in questo momento, i miei pensieri.
..
domenica 12 marzo 2006
sabato 11 marzo 2006
sabato 4 marzo 2006
Vinieron. Ellos tenían la Biblia y nosotros teníamos la tierra. Y nos dijeron: "Cierren los ojos y recen". Cuando abrimos los ojos, ellos tenían la tierra y nosotros teníamos la Biblia. |
Vennero. Loro avevano la bibbia e noi la terra.
E ci dissero: "Chiudete gli occhi e pregate"
Quando aprimmo gli occhi, loro avevano la terra e noi la bibbia
(da mapuche.splinder)
Se voi avete detto che avete scoperto l' America e ci siete rimasti.
Perché noi non possiamo dire che abbiamo scoperto l' Europa e rimanerci?
mercoledì 1 marzo 2006
Ho ancora sonno.
Sará sonno?
Sará un senso di sconfitta?
No....
Se non m' indignassi, se non m' intristissi, se fossi indifferente sarei sconfitta.
Poco fa ho sentito una notizia che porta le mie dita a chiudersi in un pugno che, possiede direzione ma non un obbiettivo presente dove posarlo con forza.
1986, pieno periodo di proteste in opposizione alla dittatura, Carmen Gloria Quintana e Rodrigo Rojas, due giovani che partecipavano a una manifestazione furono presi dai militari e portati in un quartiere periferico di Santiago, luogo nel quale i due ragazzi furono bruciati vivi e abbandonati li perché morissero.
Rodrigo Rojas non sopravvisse ma Carmen Gloria Quintana riuscí a vivere nonostante le gravi ustioni in tutto il corpo.
Ricordo che ai pochi mesi, mia madre viaggió per un mese in Cile, dato che finalmente aveva ottenuto l' auorizzazione per tornare in Cile, poi tornó di nuovo in Italia portando con se storie e, io ragazzina, ascoltavo della sua esperienza al riincontrarsi col paese, con amici, con la casa dei miei nonni morti molti anni prima, coi vecchi compagni di partito che rimasero in Cile e con notizie come questa.
Era tanta la mia lontananza da questo paese nel quale ero nata che neanche mi veniva in mente un solo pensiero diretto all' idea di immaginarlo.
Ora ció che ci raccontavano di questo paese non erano solo i ricordi di un tempo che remoto ma racconti di un paese che stava li, che stava prendendo vita e corpo nella nostra propria percezione.
Ricordo quanto mi colpí la notizia dei giovani bruciati vivi, non riuscivo a togliermi dal pensiero l' orrore, anche perché uno dei giovani, come noi, era figlio di rifugiati politici e in quel momento era tornato in Cile dal Canada, con sua madre, per conoscere il suo paese di nascita, il giorno in cui morí stava appunto scattando fotografie della manifestazione, cosí come anni piú tardi mio fratello venendo anche lui a conoscere il Cile, scattava fotografie.
In qualche modo, nel '88 vedevamo in mio fratello, anche lui di nome Rodrigo, a Rodrigo Rojas e una specie di angoscia di pensare che forse sarebbe potuto accadere a mio fratello ci assaliva.
Carmen Gloria Quintana che spravvisse, si sottopose a molte operazioni per ricuperare parte del volto che era rimasto sfigurato, oggi é sposata, madre e psicologa infantile.
Sopravvisse e poté denunciare i militari che parteciparono al crimine,
L' unico incolpato in questa orrenda azione, Fernández Dittus, fu irrisoriamente condannato nel '97, a 600 miserevoli giorni di arresto.
Tempo dopo, dato che la commisione medica dell' esercito assicuró che soffriva di una "psicopatia organica" inizió a ricevere persino una pensione in quanto invalido "post-guerra".
Oggi é apparso nelle notizie come sostenitore di una scuola elementare di un quartiere alto di Santiago, in quanto socio commerciale della stessa.
Carmen Gloria Quintana e il "Colegio de profesores de Chile" si oppongono a che quest' uomo che diede l' ordine di bruciare i due giovani si faccia carico della scuola e mettono sul tappetto la discussione e in questione i parametri d' idoneitá per essere direttori di uno stabilimento educativo, richiedendo che il militare venga escluso dalla societá educativa, cosa alquanto difficile dato che trattasi di una scuola privata. In Cile un' alta percentuale delle scuole é in mano ai privati e tale attivitá si basa su regole mercantiliste piú che educative.
Non é un caso isolato, in un altra scuola privata di Santiago, il proprietario e direttore é un ex-militare che partecipó ai tempi del colpo di stato nella morte di uno studente liceale e militante del partido comunista, di 17 anni.
Mi si infilzano nell' anima la rabbia e la tristezza
Una freccia la cui punta é imbevuta dal veleno dell' ennesimo episodio d' ingiustizia e impunitá.
mercoledì 22 febbraio 2006
domenica 19 febbraio 2006
Non voglio scrivere altri post. Perché non voglio che Alberto Zeiss scenda di posto e cosí non vederlo piú appena apro il blog.
venerdì 10 febbraio 2006
" Ok gracias"
Due parole e una voce particolare son bastati, era li davanti a me da un bel po di minuti, siccome una é indaffaranta per i cavoli suoi, specialmente in banca a compilare fogliettini vari di deposito e prelievo, non guarda a men che la coda sia lunga e che s' inizi a passare il tempo spiando tutti nei loro millesimi gesti.
Ho alzato d' un tratto la testa e non solo la voce ci somigliava, anche l' aspetto, visto da dietro.
Biondino, capelli corti senza un taglio definito, barbetta incolta, altezza media, modo di vestire informale.
Da dietro, col cuore a mille tic tac, cercavo di capire se fosse lui, ma scorgevo solo una piccola porzione del suo profilo, una piccola parte che mi é bastata per scartare che fosse lui.
Ma non son rimasta tranquilla, mentre lui s' allontanava non in fretta, mi toccava passare allo sportello e cosí facendo, tenendo imbranatamente in mano, assegno, soldi, foglietto di deposito, penna e zaino insistevo a perseguitarlo con lo sguardo per essere sicura che non fosse lui, nel mentre il cuore batteva, le gambe mi si facevan di lana e non riuscivo a concentrarmi sul deposito.
Alla fine, non era lui ma, io son rimasta li agitata, sommersa in una bufera di pensieri, voglia di rivederlo, pensando a che succederebbe se lo incontrassi, come sarei presa dal panico, solita reazione, e uscendo dalla banca mi guardavo in giro, cercando quella persona che tanto gli somigliava, solo in cerca di evocare la sua figura piú in la del mio unico ricordo,
E non son riuscita a fermare un piccolo colpo di pugno su un muro al rimembrare con rammarico qualche tempo fa, l' ultima volta che ci siam visti, quando io seduta in una panchina fuori dall' universitá, davanti al suo insistente scrutarmi, facevo la superba, l' indifferente mentre dentro paurosa, mi stavo sciogliendo.
Tutto rimase li, nell' incomprensione di due sguardi, l' ultimo suo sguardo verde-acqua.
Alberto Zeiss, il mio prof di teatro che spero di rivedere al piú presto.
Non é beddissmo?
I matti, conoscendo la pazzia.
Gli infermi emozionali, conoscendo lo squilibrio emozionale.
Chi non riesce a stimarsi, conoscendo la piú profonda mancanza d' affetto.
Gli egoisti, conoscendo la precarietá di gesti.
Sono i piú abili a condizionare psicologicamente l' altro, dato che dipendono ossessivamente dagli altri per autoaffermarsi, quindi assorbono energie e in questo volendo appropriarsi dell'altro riescono a tenerlo per se.
La debolezza si trasforma in tirannia.
ops devo uscire......
....tornata...
Dov' ero?
Ah si. Bah
Lassamo sta i poretti. I denominati "vampiri emozionali"
Non m' interessano realmente ora.
martedì 7 febbraio 2006
Di nuovo
Non una.
Due, anzi 3 e girano pure.
lunedì 6 febbraio 2006
S' innaugura una nuova sezione, gia enunciata tempo addietro.
Dalla serie:
Digitando a caso su Google
Parola o lettere della settimana unite a casaccio, della Settimana:
" Losle "
La piazza di L' Osle si trova a Mont St. Jean, a 20 km a est da Saulieu, maggiori ifnormazioni si trovano nella pagina saulieu.chez.tiscali.fr/ mont_saint_jean.htm , li vi sono bellissime foto, specie la prima in alto nella pagina.
Di questa foto ció che mi richiama maggiormente l' attenzione sono i bimbi, piú che altro la curiositá di sapere che fu dela loro vita.
Si, sono una impicciona.
domenica 5 febbraio 2006
lunedì 30 gennaio 2006
Non serve chiedere scusa.
Non serve chieder perdono.
Non sempre serve
pentirsi.
Ammetter la colpa
a mo' di espiazione.
Non servono i mea culpa.
Il meno delle volte sono accettabili.
Serve
non fare le cose.
Serve fermarsi due secondi prima.
Serve vedersi nell' altro.
In caso contrario:
Serve subire un castigo.
Serve pagare.
Serve accettare a capo chino
l' odio destato.
Serve ringraziare umilmente
la sanzione a ricevere
da chi, sì! É capace di rispettare,
da chi è stato miglior persona.
A me,
serve vedervi sconfitti,
mi serve vedervi umiliati,
farvela pagare.
Mi serve la rabbia
per non impazzire di tristezza.
Mi serve ribellarmi
davanti alla vostra irrespettuosa tracottanza.
Mi serve maledire quel vostro virulento odio.
Mi serve vincere la battaglia contro la vostra meschinitá.
Mi serve estirparvi il vostro cuore secco.
Mi serve non sentire il solito preteso saggio,
neutrale, obbiettivo pirla
che si sente al di sopra
del' umano sentire,
che viene con leggerezza e stupiditá
a predicare :
"non odiare, non essere come loro"
"non sentir rancore"
"guarda avanti e dimentica tutto".
E viene a dare l' ultima stoccata
dei vigliacchi.
Obbligandoci ad avanzare
in modo ebete,
obbligandoci a tramutarci
in ció che loro sono,
pusillanimi scriteriati,
pieni e vuoti di se stessi.
Mi serve poter sostenere
due parole con una donna
che porta il suo amato
sulla camicia bianca,
sul petto,
nel ricordo,
senza dover voltarmi per nascondere
il volto in lacrime.
Mi serve non sentire che un
"mi spiace" sia
la cosa piú inutile del mondo.
Mi serve pestare i pugni
contro un muro di persone,
contro il muro
degli scellerati colpevoli,
dei malvagi complici,
degli sbraitanti sostenitori
dei codardi indifferenti.
Mi serve vederli tutti marcire.
Mi serve rimanere incantata dalla bellezza, saggezza e coraggio degli altri.
Mi serve rifugiarmi tra le loro braccia e amicizia.
Mi serve amore, divertimento, dolcezza, bontá, fantasia,
per placare il bruciore delle mie pupille
e dei miei pensieri.
Mi serve stringere le labbra fra i denti
per soffocare questa voglia di piangere.
Mi serve solo,
che si faccia giustizia.
Ma piú di altro,
mi serviva che vi foste
fermati due secondi
prima.
In questi giorni un giudice ha messo sotto processo vari integranti della famiglia Pinochet, per evasione fiscale e falsificazione di passaporti, la maggiore delle figlie di Pinochet, era andata in Argentina nel momento in cui sapeva, avrebbe ricevuto la notificazione, da li ha preso un aereo per gli U.S.A., dov' é stata arrestata dalla polizia internazionale e dove a avuto la sfacciataggine di chiedere asilo politico, essendo stata trattata come quel che si merita negli States, ha ritirato la richiesta ed é tornata in Cile questo fine settimana. Qua l' hanno messa agli arresti nella scuola di gendarmeria, dove ha avuto inizio una sfilata di gente in appoggio alla figlia del dittatore, parenti, amici, qualcuno del mondo parlamentare di destra (la destra che ottiene circa il 46% dei voti nazionali), militari in ritiro e gruppi di persone con cartelli e fiori per la signora. Le dichiarazioni emesse da questa gente manifestano che qui si sta perseguitanto politicamente ai Pinochet, vittimizzando tutto il clan. Sarebbe alquanto improbabile in Cile, che un qualsiasi evasore fiscale richiedesse di alloggiare nella scuola di gendarmeria anzi che andare in prigione e che tale richiesta fosse acconsentita dai tribunali. In ore del pomeriggio é stata messa in libertá dovendo pagare circa 4.900 euro, gli altri incolpati sono la moglie di Pinochet e altri 4 figli. Durante la dittatura di Pinochet, i crimini furono numerosi, i desaparecidos, i torturati, la prigionia política afflitta a migliaia di persone. Secondo gli organismi per i Diritti Umani furono perseguitate direttamente 347.000 persona all’ anno. Dopo 16 anni di democrazia con a capo la Concertación. Di miliaia di casi di violazione ai diritti umani, non più di 50 si son chiariti, del migliaio di agenti che assassinavano, facevano sparire e torturavano persone, solo 29 sono stati condannati, e con pene irrisorie e godendo di un presidio in condizioni speciali e privilegiatamente simili a una villeggiatura. Fra questi pochi casi di processo e condanna, ovviamente non c' è Pinochet. Il Cile é solo un granello di sabbia nel mondo, in fatto di attentati contro i diritti umani. |
mercoledì 25 gennaio 2006
Diciamo addio a Lee?
Mi ha detto che deve andare a fare un piccolo prelievo bancario a Mesa Verde.
Poi tornerá, nel caso qualcuno avesse conti in sospeso.
lunedì 23 gennaio 2006
Dopo l' invasione, la violenza, i ladri assassini, la brutalitá, la distruzione, la schiavitú, il disprezzo, la codigia, i 514 anni, ma soprattutto dopo la venuta dell' arrogante ignoranza. Eccoci qua, con i nostri colori, le nostre lingue, la nostra sapienza, scienza, scrittura, le nostre istituzioni, la nostra musica, le nostre danze, i nostri occhi, il nostro DNA. Una cultura che non é un oggetto di decorazione folklorica da tenere come souvenir. Finalmente si sta arrivando dove bisognava tornare, al punto di appartenenza. Marichi Weu dicono i miei ancestri Dieci volte dieci vinceremo. E a Bolivia le mura e le pietre e gli occhi neri si scorgono, i vestiti che odorano di alpaca si sentono, il suono dei venti si ascolta. A Bolivia il Tiwanaku fa vedere che ancora vive. |
sabato 21 gennaio 2006
Non so che mi prende, i sogni, i pensieri, la fantasia, la realtá, intuizioni sbagliate e meno.
Dopo un lungo periodo d' incazzamento e tristezza (che ogni tanto torna) a causa e cotro gli egoismi, la cattiveria i fascismi. Viene l' inerzia, l' andare in giro con la lingua penzoloni, poi l' entusiasmo di chi osserva una festa senza ballare.
Lo vedevo giorni (notti) fa in una cucina di colori bianchi o crema, viveva con sua madre, al di lá del tavolo da lavoro stava suo fratello, occhiali (credo) e capigliatura rossa, un pel di carota, sorprendente!.
Piú recentemente, ieri notte, una casa, grande, antica simil villetta inglese, forse uscita da un romanzo di Dickens ma immersa nei paesaggi del sud cileno, un luogo a me famigliare, anche se mai visto, la presenza non presente di un parente, c' era li solo il nome, forse evocato da me o da mia madre o mio figlio, apparsi per due secondi.
Mi son spostata a un lato della casa, accostato e in proiezione verso l' orizzonte un susseguirsi di campi e collinette, che d' improvviso si son coperte di piccoli fiori gialli, visione gia nota ai miei occhi, avevo la speranza che non finisse presto il periodo del tappeto giallo-verde, affinché qualcuno arrivasse e avesse occasione di ammirare tale bellezza della natura che, quasi concepivo come un mio regalo, a chi? Non lo so.
Poi un lago, altra manifestazione ben nota ai miei occhi nel mio reale andare per queste terre superbe, i bordi del lago dritti, in linea verso l' orizzonte, un orizzonte non esteso, quasi come fosse un lago artificiale.
Forse la visione di Fallón, un paesino sommerso nella campagna spagnola, dove ebbi occasione di camminare sul tetto della stazione ferroviaria, mentre sotto, le rotaie e le andenne ospitavano pesci e flora acquatica, forse quella rimembranza d' infanzia, ma non ne son sicura, anche se ora che lo scrivo, puo essere, dato che ció che segue, potrebbe confermarlo.
Un vagone messo di traverso, spezzava in due il lago ad alcuni metri dall' orlo, io mi son spostata di qua e di la avvertendo: "...ma questo vagone impedirá la circolazione dell' acqua, diventerá uno stagno puzzolente, non é adeguato ai turisti..." allora gagliardamente mi son tuffata nell' acqua per cercare di rimuovere il vagone, consapevole ma sprezzante della mia inferioritá fisica, della mia eccessiva minore dimensione, in confronto con l' enorme essere metallico che giaceva sotto l' acqua, mai sarei riuscita a spostarlo, allora ho sentito che su, in superficie c' era mio fratello, il forte e grande ma spesso inutile in casi d' emergenza, dovevo riuscire a salire a galla dato che, mi son ricordata che non so nuotare ma, l' acqua era sparita, al suo posto, un oscurità infinita verso il fondo e, nuvole attorno o enormi cumuli di cotone.
Stavo galleggiando nell' aria, tra il vagone e un muro, su, vedevo mia madre affacciarsi per pochi secondi e io come l' uomo ragno, con mani e piedi facevo leva contro vagone e muro, non per salire, impresa che ritenevo impossibile, ma per non cadere nel buio che stava al di sotto di me e delle nuvole o cotone e guardavo su, nella speranza che al pirla di mio fratello venisse in mente di tirarmi giu una corda.
Apro parente-si (qua bisogna essere sempre buoni o gentili? No? Bene allora lo dico, non sopporto mio fratello) Chiudo parente-si , hhehehe capito il gioco di parole? fratello-parentesi- parente-si (qua bisogna sempre essere intelligenti? No? Bene allora sia accettato il penoso gioco di parole)
Come dicevo: Che mi prende? Ogni tanto, mi brucia il cuore, spesso s' incendia con solo una piccola scintilla e mi muovo nella vita, quella da sveglia, quella che dura 17 o 18 ore, con un senso di vertigine, non importa su quale alta corda io cammini, importa che io ci cammini ma ci cammino a 10 cm dal suolo, eppure sento paura, molta paura ma non la paura terrorifica, per questo giro attorno alla fiamma, volo senza voler volare, senza saper volare, sfidando me stessa, ma é un inutile battaglia, che non serve ne a me ne al resto, non sono qui per guardarmi l' ombelico e gestirmelo, son qui, per guardarmi l' ombelico tra altre cose, ma dove stanno le altre cose? Dove le sto perdendo? Dove mi sto perdendo?
Ecco che viene la vertigine, la strana paura, un ciclone nello stomaco (di quelli che vengono quando devi incontrare chi ti piace), una sensazione frizzante, qualcosa che non riesco a controllare del tutto ma che ben presto sopprimo, che sconfiggo nelle prime ore del giorno per poi, far subentrare una mansuefazione estrema, scomoda, bastarda!!
Allora, comincio a dormire piú che quando dormo e, anzi vivo piú nel sonno, nel sogno che quando son sveglia ma al contrario di quando vivevo meno nei sogni, ora non sospiro in attesa che venga al piú presto il momento di dormire e sognare.
Il mondo, i vari lui che si turnano, anelo e le lande dove li confino (e dove ad alcuni vorrei vederli ai miei piedi), io, i miei compiti, i progetti che gironzalon, vagheno, vagheno, vagheno nella mia testa. Un vortice che gira in me, senza riuscire a trascinarmi.
Ecco un vortice chiuso in un bicchiere.
giovedì 19 gennaio 2006
Si prega di togliere il cappello e riverenziare.
domenica 15 gennaio 2006
Santiago 18:57. Alle 7 del mattino si sono aperte le urna e verso le 16 sono iniziate le prime chiusure e conteggi in diversi luoghi di votazione nel paese. La "segunda vuelta" come vien chiamata, dato che per legge se alla prima elezione nessuno dei candidati alla presidenza ottiens il 50% piú uno, vanno a secondo processo di votazione i due candidati che hanno ottenuto la piú alta votazione. I candidati sono Michelle Bachelet, della coalizione della "Concertación", che attualmente é al governo e Sebastián Piñera della coalizione "Alianza por Chile" di destra e integrata da tutti coloro che hanno nauseantemente appoggiato la dittatura di Pinochet. Differenze sostanziali nel progetto paese dei due candidati son quasi inesitenti, tant' é che ció che propone Piñera si differenzia solo perché promette duplicare in numero certe politiche sociali ed economiche che propone Bachelet. Se Bachelet dice che aumenterá in un 30% il finanziamiento statale all' istruzione, Piñera dice che in un 60% e cosí via. La Concertación che fu un settore protagonista del movimento anti pinochetista ai tempi del plebiscito dell '85, in questi 16 anni é andata allontanandosi dagli obbiettivi che ci si poneva come democrazia, smovilizzando la partecipazione politica del popolo e abbracciando gli interessi neoliberisti, degli impresari cileni e gli interessi statunitensi nel cono sud dell' America latina. La destra cilena con Piñera, rappresenta lo stesso settore brutale, infame, fascista e ignorante che invocó e si fece complice del colpo di stato e del regime dittatoriale, si oppone sfacciata e costantemente a qualsiasi progetto legge che abbia a che fare con l' equitá sociale del paese, possiede una presenza non minore nello scenario politico-economico cileno. Per i grandi impresari cileni, anch' essi, storicamente di destra, chi sia il vincitore non implica molta differenza, dato che nell' ultimo governo concertazionista, liderato dall' attuale Presidente Ricardo Lagos ha goduto di ampli privilegi in sfavore dei lavoratori e del popolo. Si dice che Lagos ha governato per gli impresari ed é proprio la gente di Lagos che muove i fili dei movimenti e blinda la figura, i discorsi e le decisioni della candidata, che fino ad ora altro non mi sembra che un burattino che diligentemente impara le lezioni a memoria, nonstante ció, spero di tutto cuore che lei riesca ad acquisire un autonomía e che rafforzi nelle sue scelte le idee politiche storiche e sociali del suo partito, il partito socialista cileno. Forse una speranza vana Infatti Bachelet é una figura innalzata quasi totalmente dall' apparato di marketing e mass media gestiti a livello delle elite politiche e governamentali di due partiti che integrano la Concertación, (Partito Socialista e p.p.d Partido Por la Democracia), la D.C. a suo tempo, presentó la sua candidata alla presidenza Soledad Alvear, una donna che possedeva piú esperienza e lideraggio all' interno del proprio partito, ma questa declinó lasciando cosi Bachelet come unica candidata della Concertación. A parte queste due coalizioni, Concertación e la destra, c' é un terzo settore, il patto Junto Podemos, integrato dal Partico Comunista e dal PArtito Umanista, che aveva presentato come candidato a Tomás Hirsh, il quale nella prima elezione, un mese fa ha ottenuto l' 8% delle votazioni. Quest' ultima coalizione di sinistra é la reale proposta alternativa all' attuale sistema politico e sociale del Cile, sono coloro che rivendicano la necessitá di far giustizia e non lasciare nell' impunitá i fatti e orrori perpetrati dalla dittatura a scapito dei diritti umani, son coloro che alzano la voce davanti alla mancanza di diritti ed equitá sociale attuale, manifestano contro la depredazione delle trasnazionali sulle ricchezze naturali cilene, rispettano e comprendono piú di tutti le legittime richieste dei popoli originari riguardo il diritto di autonomía politica. Ragioni, tutte queste che personalmente nella prima elezione l' 11 dicembre 2005, mi hanno portata a votare per Hirsh e oggi 15 gennaio 2006, per prima volta e spero per ultima, ad annullare il voto. Putroppo peró, il Juntos Podemos, non possiede il potere delle altre due Coalizioni che monopolizzano in un modo quasi orwelliano i mass media cileni. In questi minuti, sono stati letti dal governo i primi risultati, Bachelet 53%, Piñera 46%, fino a poco fa, nei conteggi, la differenza era stretta, se avesse vinto la destra ció che mi pareva piú preoccupante é il pericolo che correvamo di veder seppellito per sempre il tema dei Diritti Umani, sotto un enorme e mostruoso masso d' impunitá. Come dicono in molti, ha vinto il meno peggio. Triste realtá politica, ma alla fine, é la volontá di popolo e di un paese che nonostante il fascismo cronico della sua societá si rifiuta di votare per la destra, almeno nella percentuale sufficiente che ci evita il suo ritorno al governo, ma che é sempre e comunque un paese governato solo dalle oligarchie.
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mercoledì 11 gennaio 2006
Voteró per chi, "é morto", mi dicono in una elementare reazione.
Voteró per chi vive, piú oltre questi confini che nella sua terra.
Voteró per uno vero.
Castigheró e annulleró chi c' inganna e probabilmente ingannerá il mondo, come hanno fatto fino ad ora.
giovedì 5 gennaio 2006
Certo che l' infinito ha un doppio taglio, metaforicamente parlando, tra le ceneri che coprono la luce in estinzione, dei sentimenti.
Purtroppo vi rimane sempre un aureola inestinguibile che somiglia a una catena invisibile che ci si porta addosso.
Il buio s' apre quanto la luce, la luce si chiude tanto quanto il buio.
Un pensiero infittisce il bosco delle parole, che mettono radici nel suolo infertile, é il contrario comunque di ció che ci si aspetta.
Non ci si capisce niente, neanch' io ci ho capito niente, ma fa 'mpressione e volevo giocare ad imitare qualcuno che mi diverto a stuzzicare bonariamente.
Che facile é dire molto senza dire niente.
martedì 3 gennaio 2006
É dall' inizio fino ad oggi.
Faccio la pagliaccia, la buffona, per lui.
Davanti alla gente, per strada, nella metropolitana, persino nelle reunioni dove si parlano cose serissime e, non mi frega il ridicolo, passare per matta o handy.
Ed esagero espressioni, faccio smorfie, mi muovo come una scimmia, metto gli occhi storti, faccio vari cambi di voce, intercalando con suoni gutturali e mimiche grottesche, dico battute penose, parlo assurditá, di cacca, capperi, vomito e altre schifezze, racconto balle madornali e ovviamente incredibili nel vero senso della parola, e quando andiamo in giro piú che mamma e figlio sembriamo due monelli della stessa etá.
Il tutto per appagare la mia gioia di vederlo ridere.
Ma questo atteggiamento doveva portare conseguenze, tra i suoi amichetti delle volte é il piú scalmanato, quello che si tira per terra, quello che fa voci strane e smorfie mostruose, a scuola lascia di sasso i compagni cozzando continuamente contro lampioni, muri, porte e cadendo o rotolando smisuratamente per terra.
Fa il pagliaccio, ama fare buffonate, seduce il resto dei bambini col suo modo eccentrico di comportarsi, parla a tutti per strada, solo per i semplice fatto che esistono, racconta loro balle madornali, accentratore e istrionico e per di piú quasi per scelta dato che dice coscientemente e serio che "....mi sento felice quando gli altri ridono"
Ora sono io che rido e quando sto con amici, sembro un radiotrasmissore raccontando aneddotte del piccolo Chaplin.
lunedì 26 dicembre 2005
Oggi cercando su google la parola begoña per sapere che tipo di attenzioni abbisogna la piantina che mi é stata regalata a natale. Che poi non si scrive cosí ma bensí "begonia".
Ecco che si conferma la regola, qualsiasi perola va bene per trovarsi innanzi immagini sorpendenti e belle.
Non ha niente a che vedere con ció che cercavo ma WOW!!!
Sono affascinata e rabbrividisco un po a guardarlo, non per freddo ma per il lieve senso di paura che m' incute questo essere. Fortuna non esserci vicina, sfortuna non esserci vicina.
sabato 24 dicembre 2005
Che gradevole, sentire questo esserino peloso, camminarmi sulle spalle, stendersi in un momento dopo aver scelto la piú comoda, sentire il suo guancia a guancia con me, o cik too cik, o come si scriva, insomma il suo strusciare il muso sulle mie guancie e sul mio collo, sentire il suo rumoroso fru-fru.
Sentire come questo esserino peloso, piccolo, piccolo depositi la sua fiducia in me che sono almeno 25 volte piú grande e potenzialmente piú cattiva e imprevedibile in quanto essere umano.
Ma no, lei invece di aver paura, comincia a leccarmi la faccia con la sua lingua ruvida, lei che affida la sua vita a me e mi induce a pensare che sia cosciente di quanto le abbiamo dato, dopo averla raccolta per strada a non piú di due settimane dall' inizio della sua esistenza.
Lei che rende inevitabile e irrefrenabile una mia esclamazione del tipo "ti voglio bene" ogni volta che la prendo in braccio e accarezzo la sua schiena polverosa.
É bruttina si, un po, con quelle orecchie grandi alla gremlins, il suo pelo che somiglia alle spettinate piume di un uccello, é un parco nazionale per la protezione delle pulci in via di estinzione, sempre sporca perché non sa e non vuole lavarsi e poi quella sua eterna puzza di pesce.
Quanta allegria ci da Clementina, che anche se il nome puo indurre a crederlo, dalla descrizione m' immagino si capisca che non é una mucca.
mercoledì 21 dicembre 2005
Amo la bellezza e la gentilezza delle cose, della vita, nel mondo.
Anni fa, qualcuno mi diede una gran lezione, un ex fidanzato, era fisicamente la via di mezzo tra il Davide del Donatello e il Davide di Michelangelo, la copia umana di tali opere ma con un volto dai tratti piú gentili tipici del mixer tra europei e indigeni in america latina, moretto, occhi un po a mandorla e color verde scuro o miele a seconda dell' inclinatura della luce che in loro si rifletteva, pelle scura, capelli castani e un gran bel sorriso che affiorava tra le labbra che sì, eran labbra, molto diverse da quei fili sottili degli europei.
Fu per coincidenza l' eletto dal punto di vista genetico per le sue caratteristiche fisiche (unite alle mie fisiche e intellettuali) che contribuí alla fortunata combinazione in dna del frutto bellissimo, dolce e colorato che mi fu donato dalla vita, si, colui che contribuí al 50% di vita che esiste nel mio bimbo dorato.
Be questo bel giovine un giorno, guardava una bella ragazza, allorché interpellato da me sul perché dirigesse continuamente la vista in direzione della bella ragazza, mi rispose che cosí si rilassava, ovviamente in me scattó in un secondo il meccanismo di ripiegamento nella vergogna e nell' immediato approffondimento sul significato di tale frase nell' interna riflessione e mi assalí un sentimento di grande rispetto nei confronti suoi. Un click suonó in me, prendendo consapevolezza di un concetto che mai avevo visuallizzato, questo riguarda l' intimitá della percezione di ció che si trova bello, quanto personale sia la scelta di ció che ci piace, é vero che da sempre ci son icone che uniformizzano certi canoni estetici, ma piú dentro, nel luogo piú scuro delle pupille, in una caverna che solo noi conosciamo, vi é un punto che inconsapevolmente o no, solo noi gestiamo o abitiamo e decoriamo con statuine che solo noi possiamo raccogliere nell' immensitá di una spiaggia dove le onde continuamente portano mille oggetti.
La bellezza non é quella che ci indicano gli altri, é quella che ci viene trasmessa, é quella che riesce ad entrare in noi con gentilezza, senza volerlo noi, senza volerlo lei o il suo emissore ma che peró ci fa dire grazie senza emettere parola.
Ho sempre amato la bellezza, la dolcezza, la gentilezza, le piccole e grandi esplosioni di questi aggettivi, che stanno ovunque.
Ecco perché spesso, ora che la tecnologia me lo permette, mi diletto per ore a mettere una parola qualsiasi su google-images e a passeggiare col mouse nelle sue gallerie, incredibilmente delle volte trovo fotografie o disegni che non hanno niente a che fare con la parola, per cui ogni parola puo darci belle sorprese.
Ecco che la parte piú buia delle mie pupille si illumina davanti al tutto e che gente anonima mette in rete e io ne faccio una disordinata raccolta in cartelle disseminate su questa finestra che da a una scatola chiusa e aperta al mondo.
Ecco che desiderando l' eternitá, rivolgo insistentemente e consapevolmente il mio sguardo e quello di una camera fotografica sul mio bel bimbo dorato.
Il Davide di Morelia.
sabato 17 dicembre 2005
Si sa che son matta.
L ho sognato e ora quando vado a letto spero di risognarlo.
Dove sta la follia?
In che, si tratta di Michael J. Fox.
lunedì 12 dicembre 2005
Ecco, non sempre bisogna parlare.
Non sempre si ha voglia di parlare, non riguardo a qualcosa di specifico, solo esiste la voglia di non parlare, forse di ascoltare i passetti del fuggi fuggi dei propri pensieri, forse solo di ascoltare ció che si vede, il silenzio, l' unica cosa che ti permette di stare con te, e delle volte non é per stare con te, non é perché si é di cattivo umore, non per ostilitá, solo é.
É.
Ma gli altri ti parlano, ti fanno domande e bisogna rispondere, sforzarsi per rompere il proprio silenzio e rispondere.
Non sempre bisogna parlare, non sempre si ha voglia di parlare.
domenica 11 dicembre 2005
Fra qualche ora vado a mettere il trattino.
Hirsh.
Ovviamente.
domenica 4 dicembre 2005
Lo zio Juan ( el tio Juan) morto da alcuni anni, fu un uomo stile antico, una foto sua degli anni 40 lo ritrattava com' era, tale e quale negli anni 90, solo che quasi alla fine del secolo i frondosi e ondulati capelli neri di questo infermiere in pensione, erano ormai quasi del tutto bianchi, portava ancora quei baffi che gli davano un aria alla Amedeo Nazzari e, non solo i baffi, tutto in lui, le sue cravatte, i suoi fazzoletti nel taschino, le sue camicie bianche e il suo profumo, mi evocavano i personaggi galanti e romantici dei film di Amedeo Nazzari.
La zia, sua moglie (la tia Maria) anche lei era uguale a quelle foto in bianco e nero degli anni 40, dove la si vedeva con lo sguardo ingenuo dell' eroina innamorata nei film di Amedeo Nazzari, e si intuiva dalla sua bellezza il perché lo zio avesse sposato questa sarta dal grazioso viso e amichevole comportamento. In quei giorni in cui io mi annoiavo pomeriggi interi a casa loro, quando mi abbuffavo a pranzo con le squisitezze che cucinava la zia, quando con la pancia piena alla Cirano del gruppo TNT, riuscivo a trascinare il corpo nel loro cortile, dove lo zio si sedeva e anche lui con la pancia piena, si assopiva all' ombra di un albero, aspettando che arrivasse il freschetto per uscire col suo cane da caccia a fare una passeggiata sulla collina. In quei giorni, molto prima che a lui venisse l' infarto che lo tenne su una sedia a rotelle per due anni fino all' ultimo dei suoi giorni, prima ancora che la zia cominciasse a soffrire gli effetti della solitudine e della senilitá che fa perdere la memoria e la capacitá di ragionare, lei mi raccontava storie, esperienze, dolori e gioie della vita di due settantenni e, aneddote, molte aneddote. Una di quelle che rammento con piú affetto e divertita, fu la storia della volta che lo zio, dopo assere andato non so dove, arrivó la sera a casa un po brillo, lei se ne accorse in quanto aprí la porta e lui dondolandosi per l' effetto etilico, le disse: "Vedo due Marie, con quale delle due vado a letto ?".
giovedì 1 dicembre 2005
lunedì 31 ottobre 2005
Non ti scordar di me
La tradizione europea fa risalire il significato di questo fiore ad una legenda austriaca, secondo la quale un giorno due innamorati, mentre passeggiavano lungo il Danubio scambiandosi promesse e tenerezze, rimasero affascinati dalla grande quantità di fiori blu,
che venivano trasportati dalla corrente. Il giovane, nel tentativo di raccogliere alcuni di questi fiori per l'amata, venne inghiottito dalle acque, gridando
"Non dimenticarmi mai!".
La valenza da allora attribuita al fiore è quella della fedeltà e dell'amore eterno.
Quando ho raccontato questa leggenda a un mio amico, mi ha detto con un espressione da cinico e muovendo la mano aperta con le dita chiuse, quasi a tagliare in due l' aria circostante:
" Ma bisogna essere pirli ad affogare per una cazzata cosí "
Lui, il poeta, quello che ha publicato libri e che partecipa a tutti i concorsi letterari e poetici esistenti e non, l' amico a cui di solito mostro le mie poesíe per chiedergli un' opinione.
Mah !!
sabato 29 ottobre 2005
martedì 25 ottobre 2005
Fu piú o meno cosí.
Nomi di fiori
"tu cosa scegli?"
"Nontiscordardime"
"Esiste?"
"Si"
"Va bene"
Pensai molto segretamente,
temendo che il mio sguardo
denunciasse i pensieri.
"Certo che non ti scorderó mai"
Mai. Perché non ebbi il coraggio
di gridarlo fuori come dentro?
Nomi di fiori, fiore giallo,
pistillo giallo, petali bianchi,
bianche ciglia.
Con i miei dispetti
esprimevo la gioia
di correre tra i corridoi
che odoravano di etere,
di ridere a piú non posso
inseguendoci in quei giardini
di pulcre lenzuola
e mettallici giacigli.
Sporco bianco ti dicevo
mentre imitavo l' azione
di pulirmi le scarpe
sul tappeto invisibile
e io venivo dal por-cile
a leggere dalle tue labbra assenti,
il significato della parola bonario.
Intervalli ludici
in quelle bizzarre vacanze
abituali per noi,
sfortunate per gli altri.
Ero felice, eri felice
Racchiusi
in pesanti e bianche corazze
che ci dotavano di forza.
Fu un estate senza sole ne mare,
un estate in cui le nostre escursioni
avvenivano tra cuori e picche.
Pomeriggi nell' isola del silenzio
che solo i passi
di donne vestite di bianco
e le nostre spensierate,
sacrileghe risate
frantumavamo.
Era un paese di tristezza
agli occhi di chi vantava
e percepiva in se la perfezione.
Conoscevamo di questo
ogni angolo scuro,
abitato da oggetti
che somigliavano
a strumenti di tortura
e dei quali solo noi
capivamo l' uso.
Scoprivamo e nascondevamo
tesori di carta,
arrivando ad essi,
dopo aver tracciato sentieri
seminati di messaggi in codice.
Era un paese di balocchi,
per noi che,
durante breve tempo,
c' incotravamo e accompagnavamo
nella normalitá di un anomalía.
Vi erano in quel regno
sacerdotesse profumate di maternitá,
regine e re che camminavano
eretti dalle loro corone
i cui diamanti,
trafiggevano le tempie.
Sentivamo li,
i suoni e le vibrazioni
che annunciavano la libertá del corpo
o l' inizio di una nuova prigionia.
Ma io ti contemplavo rapita,
io, coi miei capelli neri
tu, coi tuoi capelli di biada,
tanto diverso da me,
tanto diversa da te.
Ancor oggi,
mi affaccio alle finestre,
incoraggiata dall' alto
grido il tuo nome,
raggiante nello scoprire
il tuo sguardo stupefatto
e codardamente mi contengo
in un espansivo e fugace saluto.
Ti pensai, ti amai,
Come potevo e
come potei
intuire quel destino
insospettato?
Maledico l' acciaio,
il grigio dell' asfalto che ha rubato
il fucsia della tue veste,
le onde dorate dei tuoi capelli
che si riflettono nella sabbia
di un ritratto giunto a me,
Ripudio il grigio delle lamiere
che hanno distrutto le ocri
pareti dell antico palazzo
che ci ospitó.
Dove, la rassegnazione?
Se i ricordi
che mi portavano divertita
a ridere da sola,
come un matto rapito
nel suo mondo perduto,
ora innondano di rimpianto
e malinconia lo sguardo
che ti cerca fantaseando
con fantasmi, paradiso
e macchine del tempo?
Maledizone Guglielmo
Ti amo.