sabato 21 gennaio 2006

Non so che mi prende, i sogni, i pensieri, la fantasia, la realtá, intuizioni sbagliate e meno.


Dopo un lungo periodo d' incazzamento e tristezza (che ogni tanto torna) a causa e cotro gli egoismi, la cattiveria i fascismi. Viene l' inerzia, l' andare in giro con la lingua penzoloni, poi l' entusiasmo di chi osserva una festa senza ballare.


Lo vedevo giorni (notti) fa in una cucina di colori bianchi o crema, viveva con sua madre, al di lá del tavolo da lavoro stava suo fratello, occhiali (credo) e capigliatura rossa, un pel di carota, sorprendente!.


Piú recentemente, ieri notte, una casa, grande, antica simil villetta inglese, forse uscita da un romanzo di Dickens ma immersa nei paesaggi del sud cileno, un luogo a me famigliare, anche se mai visto, la presenza non presente di un parente, c' era li solo il nome, forse evocato da me o da mia madre o mio figlio, apparsi per due secondi.


Mi son spostata a un lato della casa, accostato e in proiezione verso l' orizzonte un susseguirsi di campi e collinette, che d' improvviso si son coperte di piccoli fiori gialli, visione  gia nota ai miei occhi, avevo la speranza che non finisse presto il periodo del tappeto giallo-verde, affinché qualcuno arrivasse e avesse occasione di ammirare tale bellezza della natura che, quasi concepivo come un mio regalo, a chi? Non lo so.


Poi un lago, altra manifestazione ben nota ai miei occhi nel mio reale andare per queste terre superbe, i bordi del lago dritti, in linea verso l' orizzonte, un orizzonte non esteso, quasi come fosse un lago artificiale.


Forse la visione di Fallón, un paesino sommerso nella campagna spagnola, dove ebbi occasione di camminare sul tetto della stazione ferroviaria, mentre sotto, le rotaie e le andenne ospitavano pesci e flora acquatica, forse quella rimembranza d' infanzia, ma non ne son sicura, anche se ora che lo scrivo, puo essere, dato che ció che segue, potrebbe confermarlo.


Un vagone messo di traverso, spezzava in due il lago ad alcuni metri dall' orlo, io mi son spostata di qua e di la avvertendo: "...ma questo vagone impedirá la circolazione dell' acqua, diventerá uno stagno puzzolente, non é adeguato ai turisti..." allora gagliardamente mi son tuffata nell' acqua per cercare di rimuovere il vagone, consapevole ma sprezzante della mia inferioritá fisica, della mia eccessiva minore dimensione, in confronto con l' enorme essere metallico che giaceva sotto l' acqua, mai sarei riuscita a spostarlo, allora ho sentito che su, in superficie c' era mio fratello, il forte e grande ma spesso inutile in casi d' emergenza, dovevo riuscire a salire a galla dato che, mi son ricordata che non so nuotare ma, l' acqua era sparita, al suo posto, un oscurità infinita verso il fondo e, nuvole attorno o enormi cumuli di cotone.


Stavo galleggiando nell' aria, tra il vagone e un muro, su, vedevo mia madre affacciarsi per pochi secondi e io come l' uomo ragno, con mani e piedi facevo leva contro vagone e muro, non per salire, impresa che ritenevo impossibile, ma per non cadere nel buio che stava al di sotto di me e delle nuvole o cotone e guardavo su, nella speranza che al pirla di mio fratello venisse in mente di tirarmi giu una corda.


Apro parente-si (qua bisogna essere sempre buoni o gentili? No? Bene allora lo dico, non sopporto mio fratello) Chiudo parente-si , hhehehe capito il gioco di parole? fratello-parentesi- parente-si (qua bisogna sempre essere intelligenti? No? Bene allora sia accettato il penoso gioco di parole)


Come dicevo: Che mi prende? Ogni tanto, mi brucia il cuore, spesso s' incendia con solo una piccola scintilla e mi muovo nella vita, quella da sveglia, quella che dura 17 o 18 ore, con un senso di vertigine, non importa su quale alta corda io cammini, importa che io ci cammini ma ci cammino a 10 cm dal suolo, eppure sento paura, molta paura ma non la paura terrorifica, per questo giro attorno alla fiamma, volo senza voler volare, senza saper volare, sfidando me stessa, ma é un inutile battaglia, che non serve ne a me ne al resto, non sono qui per guardarmi l' ombelico e gestirmelo, son qui, per guardarmi l' ombelico tra altre cose, ma dove stanno le altre cose? Dove le sto perdendo? Dove mi sto perdendo?


Ecco che viene la vertigine, la strana paura, un ciclone nello stomaco (di quelli che vengono quando devi incontrare chi ti piace), una sensazione frizzante, qualcosa che non riesco a controllare del tutto ma che ben presto sopprimo, che sconfiggo nelle prime ore del giorno per poi, far subentrare una mansuefazione estrema, scomoda, bastarda!! 


Allora, comincio a dormire piú che quando dormo e, anzi vivo piú nel sonno, nel sogno che quando son sveglia ma al contrario di quando vivevo meno nei sogni, ora non sospiro in attesa che venga al piú presto il momento di dormire e sognare.


Il mondo, i vari lui che si turnano, anelo e le lande dove li confino (e dove ad alcuni vorrei vederli ai miei piedi), io, i miei compiti, i progetti che gironzalon, vagheno, vagheno, vagheno nella mia testa. Un vortice che gira in me, senza riuscire a trascinarmi.


Ecco un vortice chiuso in un bicchiere.



2 commenti:

  1. Alcune filosofie (non occidentali, certo)danno al sogno una specie di dominio sul reale, perchè la nostra percezione viene falsata, nel giudicare la realtà, da troppi condizionamenti, e solo il sogno ci rappresenta veramente.
    Vieni lasciata sola ad affrontare il buio che ti inghiotte, di cui hai paura ma non sai cosa ti riserva... Metafora interessante.

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  2. Minchia, ma dici che sei pesante,nei discorsi? Orcozzio, quasi quasi seguirei con piu' piacere il discorso di Ciampi a Capodanno.

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