lunedì 30 gennaio 2006

Non serve chiedere scusa.


Non serve chieder perdono.


Non sempre serve


pentirsi.


Ammetter la colpa


a mo' di espiazione.


Non servono i mea culpa.


Il meno delle volte sono accettabili.


Serve


non fare le cose.


Serve fermarsi due secondi prima.


Serve vedersi nell' altro.



In caso contrario:


Serve subire un castigo.


Serve pagare.


Serve accettare a capo chino


l' odio destato.


Serve ringraziare umilmente


la sanzione a ricevere


da chi, sì! É capace di rispettare,


da chi è stato miglior persona.



A me,


 serve vedervi sconfitti,


mi serve vedervi umiliati,


farvela pagare.


Mi serve la rabbia 


per non impazzire di tristezza.


Mi serve ribellarmi


davanti alla vostra irrespettuosa tracottanza.


Mi serve maledire quel vostro virulento odio.


Mi serve vincere la battaglia contro la vostra meschinitá.


Mi serve estirparvi il vostro cuore secco.


Mi serve non sentire il solito preteso saggio,


neutrale, obbiettivo pirla


che si sente al di sopra


del' umano sentire,


che viene con leggerezza e stupiditá


a predicare :


"non odiare, non essere come loro"


"non sentir rancore"


"guarda avanti e dimentica tutto".


E viene a dare l' ultima stoccata


dei vigliacchi.


Obbligandoci ad avanzare


in modo ebete,


obbligandoci a tramutarci


in ció che loro sono,


pusillanimi scriteriati,


pieni e vuoti di se stessi.



Mi serve poter sostenere


due parole con una donna


che porta il suo amato


sulla camicia bianca,


sul petto,


nel ricordo,


senza dover voltarmi per nascondere


il volto in lacrime.


Mi serve non sentire che un


"mi spiace" sia


la cosa piú inutile del mondo.


Mi serve pestare i pugni


contro un muro di persone,


contro il muro


degli scellerati colpevoli,


dei malvagi complici,


degli sbraitanti sostenitori


dei codardi indifferenti.


Mi serve vederli tutti marcire.


Mi serve rimanere incantata dalla bellezza, saggezza e coraggio degli altri.


Mi serve rifugiarmi tra le loro braccia e amicizia.


Mi serve amore, divertimento, dolcezza, bontá, fantasia,


per placare il bruciore delle mie pupille


e dei miei pensieri.


Mi serve stringere le labbra fra i denti


per soffocare questa voglia di piangere. 


Mi serve solo,


che si faccia giustizia.


Ma piú di altro,


mi serviva che vi foste


fermati due secondi


prima.


 










In questi giorni un giudice ha messo sotto processo vari integranti della famiglia Pinochet, per evasione fiscale e falsificazione di passaporti, la maggiore delle figlie di Pinochet, era andata in Argentina nel momento in cui sapeva, avrebbe ricevuto la notificazione, da li ha preso un aereo per gli U.S.A., dov' é stata arrestata dalla polizia internazionale e dove a avuto la sfacciataggine di chiedere asilo politico, essendo stata trattata come quel che si merita negli States, ha ritirato la richiesta ed é tornata in Cile questo fine settimana. Qua l' hanno messa agli arresti nella scuola di gendarmeria, dove ha avuto inizio una sfilata di gente in appoggio alla figlia del dittatore, parenti, amici, qualcuno del mondo parlamentare di destra (la destra che ottiene circa il 46% dei voti nazionali), militari in ritiro e gruppi di persone con cartelli e fiori per la signora. Le dichiarazioni emesse da questa gente manifestano che qui si sta perseguitanto politicamente ai Pinochet, vittimizzando tutto il clan.


Sarebbe alquanto improbabile in Cile, che un qualsiasi evasore fiscale richiedesse di alloggiare nella scuola di gendarmeria anzi che andare in prigione e che tale richiesta fosse acconsentita dai tribunali.


In ore del pomeriggio é stata messa in libertá dovendo pagare circa 4.900 euro, gli altri incolpati sono la moglie di Pinochet e altri 4 figli.



Durante la dittatura di Pinochet, i crimini furono numerosi, i desaparecidos, i torturati, la prigionia política afflitta a migliaia di persone. Secondo gli organismi per i Diritti Umani furono perseguitate direttamente 347.000 persona all’ anno. 


Dopo 16 anni di democrazia con a capo la Concertación.  Di miliaia di casi di violazione ai diritti umani, non più di 50 si son chiariti, del migliaio di agenti che  assassinavano, facevano sparire e torturavano persone, solo 29 sono stati condannati, e con pene irrisorie e godendo di un presidio in condizioni speciali  e privilegiatamente simili a una villeggiatura.


Fra questi pochi casi di processo e condanna, ovviamente non c' è Pinochet.


Il Cile é solo un granello di sabbia nel mondo, in fatto di attentati contro i diritti umani.




 

8 commenti:

  1. Davvero bello, intenso...è difficile controbattere ad un concetto sostenuto con tanta forza, tanto potere di convinzione.
    Però lo dico lo stesso: non sono d'accordo. Non del tutto. Il perdono ha una sua forza. Mi piacerebbe essere in grado di scrivere una poesia-invettiva come la tua in favore del perdono e dei profondi moventi che lo possono rendere nobile.
    Incazzarsi, indignarsi, non passar sopra ai torti subiti, viene dall'animo.
    Ma anche perdonare viene dall'animo.

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  2. Davvero bello, intenso...è difficile controbattere ad un concetto sostenuto con tanta forza, tanto potere di convinzione.
    Però lo dico lo stesso: non sono d'accordo. Non del tutto. Il perdono ha una sua forza. Mi piacerebbe essere in grado di scrivere una poesia-invettiva come la tua in favore del perdono e dei profondi moventi che lo possono rendere nobile.
    Incazzarsi, indignarsi, non passar sopra ai torti subiti, viene dall'animo.
    Ma anche perdonare viene dall'animo.

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  3. Seven: Basta la gentilezza del tuo commento per arrendersi al fatto che hai ragione, credo nel perdono (anche se non in tutti i casi potrei condividerlo) Ma, essendo il perdono una cosa tanto intima, questo mi parla piú che altro, di chi ne fa il dono.

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  4. E' vero non si può controbattere alla tua invettiva se non parlando di perdono, d'amore.. O forse no, qualcos'altro da aggiungere c'è. Il perdono serve anche a non far stratificare l'ingiustizia, a non permettere che ci cresca sopra altro odio. Però perdono non vuol dire dimenticare, non vuol dire lasciare agli altri la decisione di quello che dobbiamo perdonare, nostra deve essere la volontà.

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  5. credo nel perdono. ma a volte credo che la capacità di perdonare trascenda i miei limiti. e credo di capire chi non riesce a perdonare certe situazioni, mettendomi nei panni altrui. ascolto, morelia. attentamente. imparo. ti abbraccio, e ti ringrazio

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  6. Utente Anon e Occhichiusi, concordo pienamente e tengo molto in considerazione l' azione del perdono e da che cuore proviene, il perdono é un atto generoso. Ma appunto come opzione personalissima, in certi casi, il perdono di uno o di alcuni non puo esser imposto al resto. Perdono e sanzione. Storia lunga.

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  7. inizialmente leggendo le prime righe mi sono sentito punto sul vivo. mi sembrava di rivivere una situazione, un ricordo ben nitido e ancora carico di dolore evoglia di dire, di tornare in dietro, di pensare che a breve distanza mi sarei svegliato e tutto sarebbe tronato al proprio posto...continuando la lettura mi sono imbattuto sulla specifica dell'argomento e così ho capito e ho finito di spremermi le meningi per capire come controbattere la tua idea sul perdono.
    mi devo invece aggoiungere al tuo coro di intransigenza nella ricerca di giustizia perchè se l'essere umano in quanto tale può essere e deve essere perdonato, il politico, il leader, hanno ben altre responsabilità non solo rinvenibili nel tornaconto economico e di potere ma soprattutto nel gardo di accountability....il potente che sbaglia (come nel caso della violazione dei diritti umani)è un potente morto, su questo non si deve neanche discutere!

    ciao, gert

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  8. inizialmente leggendo le prime righe mi sono sentito punto sul vivo. mi sembrava di rivivere una situazione, un ricordo ben nitido e ancora carico di dolore evoglia di dire, di tornare in dietro, di pensare che a breve distanza mi sarei svegliato e tutto sarebbe tronato al proprio posto...continuando la lettura mi sono imbattuto sulla specifica dell'argomento e così ho capito e ho finito di spremermi le meningi per capire come controbattere la tua idea sul perdono.
    mi devo invece aggoiungere al tuo coro di intransigenza nella ricerca di giustizia perchè se l'essere umano in quanto tale può essere e deve essere perdonato, il politico, il leader, hanno ben altre responsabilità non solo rinvenibili nel tornaconto economico e di potere ma soprattutto nel gardo di accountability....il potente che sbaglia (come nel caso della violazione dei diritti umani)è un potente morto, su questo non si deve neanche discutere!

    ciao, gert

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