Oggi.
Claudio bonito.
Domanda:
Come faccio a caricare le mie di foto sul post ?
Non confondere l' ironia col sarcasmo.
Il sarcasmo ferisce.
L' ironia é gioconda.
(mio padre, due minuti fa)
Non voglio e non m' interessa far parte del circuito di egocentrismi, ne della pseudo-setta loggia filosofi.
Mi stufa, m' imprigiona nell' ermetico gruppeto del "tutti ci conosciamo". Mai fatto parte di gruppetti, neanche a scuola, come diavolo si scriva, partecipavo, si, ma mai fui un semplice numero che serve ad ingrossare la massa. Mai avuto le ansie di appartenere a un circolo, essendo cresciuta con appartenenze a metá, son di qua e son di la, alla fine non so di dove sono e m' accorgo che solo sono.
Come diceva mia nonna: " yo me facio los cassi miei, tuto lo giorno"
Citazione d' occasione dato che il mio obbiettivo e interesse non ha a che fare con la sterilitá del guardarsi l' ombelico e commentarlo.
Manterró si questo spazio, ma é solo un mezzo piú tecnologizzato per fare ció che mi stavo proponendo da mesi, recuperare un abitudine, i pro e i contro di questo spazio:
Contro:
1- un block notes me lo posso portare, il pc no
2- il block notes ha un esistenza manipolabile, palpabile, odor di carta, posso dilettarmi con la mia passione per le stilografiche. qua no
3- non lo legge nessuno, questo si, anche se non spavento al riguardo
Pro:
1 - qua posso copiare e incollare fotografie, il block notes farebbe schifo pieno di colla e cose appiccicate
2- qua non si perde niente, un block notes puo perdersi, bagnarsi, macchiarsi ed essere pisciato dai gatti.
3- poi se voglio comporre e trarre spunti, mi basta prendere e lavorare i tasti in modo veloce.
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Oggi c' era la Luna, bella come sempre, quasi piena e grande come la si vede qua.
Ora ogni volta che la vedo sento la nostalgia di quel giorno che mi accasciai accanto al muro di quell' enorme casa di campagna che odiavo, e durante ore stetti con mia madre, chiaccherando serenamente tra spazi di silenzio, e la luna fece la sua entrata.
Gialla e grande, come il sole all' alba, da dietro le montagne che disegnavano un ombra scura nell' orizzonte vicino, indimenticabili minuti, ci regaló, sembrava che amichevolmente venisse a partecipare delle nostre conversazioni, ad ascoltare anche lei, le narrazioni che mia madre faceva dei miei antenati, della sua infanzia, delle avventure di mio nonno che tra tutte le cose fu anche marinaio e che conosceva le stelle.
E come sempre io, mi lamentavo dentro a me stessa della mia cecitá per conoscerle, ora che scrivo, penso che l' ignoranza mi serví mesi fa, per vivere altri bei momenti legati al cielo di notte, io e Claudio sull' orlo di una piscina, lui dietro di me, indicandomi col braccio alzato molto vicino alla mia spalla, le tre marie, se ben ricordo, dentro in casa, gli altri preparando la cena, chiamandoci a tavola, io miope incosciamente prolungavo quel momento, dove? non le vedo; quelle tre li, che si vedono dritto in linea sopra al tetto, e annusavo la sua presenza, assaporavo la sua voce, tremavo, di freddo anche se era estate, io e lui, guardando le stelle, tipico quadretto romantico.
Giammai avrei pensato che anche io avessi un momento cosí, una scena che avevo avuto occasione di vedere solo nei film, non finire, istante ti prego, mondo fermati, ma la cena era pronta, chi avrebbe avuto fame al mio posto? "Está listo, vengan", se guardassi adesso il cielo stellato, non saprei distinguere quelle stelle, ma ogni volta che vedró le stelle mi porgeranno questo ricordo. Notte, stelle, Claudio.
Alba della luna. Luna alla quale ho sempre chiesto cose, luna oltre ai momenti passati, ora irrimediabilmente ho da associarti anche a un nuovo elemento, ma per fortuna non appartieni esclusivamente a lui.
Le cose cambiano col passare delle ore, ti accorgi che non sono cosí importanti come le sentivi, pensi alla tua stupiditá, ti guardi dentro e dici che sei ridicola, che tutto é un miraggio, che nessuno é tanto speciale, che alla fine, dai!! Come dico da sempre la cacca e le scorregge le facciamo tutti, quindi principi e principesse possono anche puzzare come i plebei.
É un via-vai di idee contrapposte, fascino, indifferenza, ironia, autoironia, incanto di nuovo, infatuazioni, disinfatuazioni. Peró ammetto che pericolo di noia, non c' é. Qualsiasi cosa si senta, ti segnala che si vive, e ció É bellissimo, specialmente perché sono io e quel fiume che fa di me una poeta.
Il guazzabuglio di emozioni mi conferma ció che sono, emozioni che forse bussano con forza alla porta che apro poco per pigrizia, mi sgridano e mi sfidano ad essere coerente con la mia piú potente capacitá, una tra quelle che tutti ammirano, lusingandomi, benché io sia incredula, sapendo che dicono il vero, sapendo e non facendoci mai caso a mio unico danno.
E io, amo vivermi queste emozioni, ma so anche tenerle a bada, l' unico cavallo che so cavalcare con abilitá e al quale tengo strette le briglia, fermandolo con decisione in qualsiasi momento, galoppo e vado al passo, galoppo e al passo, riuscendo sicura, a scendere a mio piacere .
Anni che mi rimprovero, anni che parlo di disciplina per prendere sul serio il mio cammino ed ecco perché dopo un tempo di assopimento, il vulcano fa eruzione, al terremoto precedono mille scosse, il pianeta é vivo.
Col cuore un po allarmato,
chiudo gli occhi
e poggio la fronte nella mano
che essendo fredda
mi rinfresca questa piccola,
assurda tristezza
che a tratti mi assale
ma, non mi rasserena,
ne mi avvolge con la tenerezza
che richiede questo cuore.
Non mi soprende,
anima poeta,
mi trascini dispettosamente
nelle tue trappole
dai lacci sottili
che ben presto dimentico,
fortuna.
Ma quanto ridicola
sarebbe ora, la lacrima
che cadesse nella guancia.
Quella che spera
indecisa nel petto
di esser liberata
dalla mia pazzia.
Non sai quanto vorrei indossare il tuo frac, avere scarpe luccicanti come le tue, usare un cappello a cilindro, ne vidi uno settimane fa nel mercatino dell antiquariato, ahimé! Quanto costava e come sentí brillare i miei occhi al toccarlo, lo stesso desiderio e la stessa stupida saggezza che mi spinge a sognare (da sveglia e dormendo) e a rifiutare un pianoforte. Non sai quanto vorrei essere leggera per saltare con garbo e far girare l' aria intorno a me, non sai quanto vorrei vederti, galante e sorridente. Non sai quanto vorrei sentire che cammino nel cielo come te. Chissá le mie dita possano un giorno danzare sui tasti bianchi e neri di un piano, come tu danzavi tra il chiaro-scuro dei tuoi film e della tua eleganza.